The practice of the “ Theatre of the oppressed” from an ethnological perspective. A dialogue.

Abstract

Durante un Workshop di Teatro del Oppresso ho scritto: “Osservo la realtà, faccio un passo indietro e creo una realtà con coscienza. Osservo, analizzo e creo una immagine della realtà per tornarvici e metterla in discussione”. (Diario di campo)

Può essere messo in relazione il processo di creazione teatrale con la ricerca etnografica? Cosa ne può scaturire? Le intersezioni e i punti di critica reciproci tra teatro dell’oppresso ed etnografia portano ad un arricchimento di entrambe. La mia interpretazione di ricerca etnografica, politicamente impegnata e collaborativa, mi ha portato alle seguenti riflessioni metodologiche. Ho osservato la pratica del teatro, partecipando alle attività di un gruppo di Teatro per sei mesi. Ho presentato la mia analisi e interpretazione dei dati ai partecipanti e ho approfondito temi importanti attraverso interviste. Gli input raccolti e i risultati delle interpretazioni non sono oggettivi e definitivi ma aprono quesiti importanti per la ricerca sociale contemporanea. Ci si muove in uno spazio tra i confini non definiti tra arte, scienza e politica. È proprio la prospettiva dai confini che rende la discussione interessante. A me, studente, il rinnovamento della metodologia nella ricerca antropologica appare indispensabile. L'obiettivo principale è di contribuire alla discussione sul metodo di ricerca collaborativo. Il dialogo tra Teatro dell’Oppresso e Etnografia è interessante e va portato avanti e il concetto di “dialogo” necessita particolare attenzione critica.