Pinocchio senza orecchi
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1970-2221/11513Parole chiave:
Pinocchio, infanzia, letteratura, orecchi, ascolto, sensoAbstract
Tutti sanno che la caratteristica principe di Pinocchio è non ascoltare consigli (tantomeno del “padre”), mentire, “fare di testa propria”, seguendo sensi e istinto, inseguendo costantemente, come ogni bambino, la meraviglia, che è anche la “scoperta” della distrazione e, faccia di una medesima medaglia, della menzogna. Ma c’è un dettaglio della vicenda originale di Collodi che potrebbe spiegare questa cocciuta tendenza del burattino a non “ascoltare” gli adulti e il loro mondo: Geppetto a Pinocchio non ha scolpito gli orecchi. Un non-gesto che richiama letture interdisciplinari della vicenda, tra arte e pedagogia, psicologia e antropologia. Come può un bambino ascoltare senza orecchie? Eppure Pinocchio sente, sente forte: allora c’è differenza tra sentire e ascoltare. L’articolo intende fare luce, tenendo fede al testo originale di Collodi, sulle mancanze anatomico-artigianali del burattino, ma soprattutto concettuali, dunque fisiche e metafisiche, che hanno reso possibile questa storia universale di educazione all’ascolto: gli orecchi, ma anche la casa “materna” e, appunto, la maternità assente come gli orecchi.
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