La pubblicità di giocattoli. Una riflessione sopra i suoi disvalori e sul suo contributo alla disuguaglianza di genere

Autori

  • Carmen Pereira Domínguez

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1970-2221/1703

Abstract

Il giocattolo è sempre esistito. Affermare che non ha età presuppone un rimpianto sentimentale tipico dell’adulto che nega l’inevitabile scomparsa progressiva del bambino che rimane dentro di noi. Perciò è opportuno constatare come la nostra età, anno dopo anno, perda l’essenza fondamentale che ci fornisce un oggetto, per quanto possa essere semplice, pensato come uno dei principali elementi plasmatori della nostra personalità. L’essenza di cui si parla è l’immaginazione. Dietro di essa nasce la fantasia, il divertimento e, forse, la felicità effimera. Finora, il giocattolo ha percorso un lungo cammino. Nelle sue varie forme è stato presente fin dall'inizio, anche passando di mano in mano, di generazione in generazione. Figure di pietra, forme artigianali che nascono dal legno più grossolano, stracci sgangherati che si uniscono per trasformarsi in un oggetto non perfettamente sferico, o linee tracciate su una superficie che diventano il facile e attraente divertimento che oggi conosciamo come un gioco da tavolo. Nel giocattolo si radica l'essenza della sensibilità, almeno in una parte importante che rende una persona creativa attraverso l'aspetto ludico che favorisce la socialità in continuo sviluppo della persona. In proposito, è necessario riesaminare alcune questioni. In questo documento si intendono analizzare i principali cataloghi pubblicitari di giocattoli degli anni 2006 e 2007, in particolare quelli relativi alla campagna pubblicitaria natalizia. Si prenderanno in considerazione i diversi tipi di giocattoli e i loro potenziali destinatari, l’immagine, il messaggio, gli slogan, i colori e i prezzi. Si concluderà individuando gli stereotipi, i ruoli e la distribuzione dei compiti domestici, insistendo sulla chiara intenzione consumistica che perseguono le aziende del settore dei giocattoli. Di qui la convinzione che sia necessario un codice etico e un’educazione ai valori, che mettano in evidenza i diritti umani e portino alla parità valorizzando la differenza.

Pubblicato

2009-12-21

Come citare

Pereira Domínguez, C. (2009). La pubblicità di giocattoli. Una riflessione sopra i suoi disvalori e sul suo contributo alla disuguaglianza di genere. Ricerche Di Pedagogia E Didattica. Journal of Theories and Research in Education, 4(2). https://doi.org/10.6092/issn.1970-2221/1703

Fascicolo

Sezione

DIDATTICA E NUOVE TECNOLOGIE - Resp. Luigi Guerra